
Il pagamento del canone RAI rappresenta un obbligo per la maggior parte delle famiglie italiane, essendo una tassa destinata al finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo. Tuttavia, può capitare di dimenticare la scadenza o di trovarsi in difficoltà economiche che impediscono il pagamento puntuale. In questo articolo analizzeremo cosa succede se si paga in ritardo il canone RAI, quali sono le conseguenze dal punto di vista legale e fiscale, e come è possibile regolarizzare la propria posizione.
Cos’è il canone RAI e chi deve pagarlo
Il canone RAI è un’imposta annuale che deve essere corrisposta da chiunque detenga un apparecchio televisivo in Italia. Dal 2016, il pagamento avviene in maniera automatica attraverso l’addebito sulla bolletta dell’energia elettrica, salvo casi particolari di esenzione o dichiarazione di non detenzione. L’obiettivo del canone è finanziare la produzione e la diffusione di programmi radiotelevisivi di servizio pubblico, garantendo pluralismo e informazione indipendente.
Sono tenuti al pagamento tutti i possessori di un’utenza elettrica residenziale, anche se non utilizzano effettivamente la televisione. L’importo del canone è stabilito annualmente dallo Stato e suddiviso in dieci rate mensili da gennaio a ottobre. Esistono alcune categorie esenti, come gli anziani ultra75enni con reddito basso, diplomatici e militari stranieri, ma per la maggioranza dei cittadini il pagamento è obbligatorio.
La normativa prevede che il mancato pagamento del canone sia considerato un’evasione fiscale a tutti gli effetti, con conseguenze che possono essere rilevanti sia dal punto di vista economico che legale. Per questo motivo è fondamentale conoscere le implicazioni di un eventuale ritardo e le modalità per mettersi in regola.
Le conseguenze del pagamento in ritardo
Pagare in ritardo il canone RAI comporta innanzitutto l’applicazione di sanzioni amministrative e interessi di mora. La legge prevede che, in caso di mancato pagamento entro i termini previsti, l’Agenzia delle Entrate possa richiedere il versamento dell’importo dovuto maggiorato di una sanzione pari al 30% dell’importo non versato, oltre agli interessi legali calcolati in base ai giorni di ritardo.
Nel caso in cui il canone sia addebitato in bolletta elettrica, il ritardo nel pagamento della bolletta stessa comporta automaticamente il ritardo anche nel versamento del canone. In tal caso, la società fornitrice di energia può procedere con il recupero del credito secondo le modalità previste per le utenze domestiche, incluso il sollecito di pagamento e, nei casi più gravi, la sospensione della fornitura.
Se invece si è soggetti al pagamento diretto del canone (ad esempio, per chi non ha un’utenza elettrica intestata o per i residenti all’estero), il mancato pagamento entro la scadenza comporta la ricezione di un avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate, seguito da eventuali cartelle esattoriali in caso di ulteriore inadempienza.
Recupero coattivo e iscrizione a ruolo
Se il canone RAI non viene pagato nemmeno dopo i primi solleciti, l’Agenzia delle Entrate può procedere all’iscrizione a ruolo dell’importo dovuto, comprensivo di sanzioni e interessi. Ciò significa che il debito viene affidato all’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia), che può attivare procedure di recupero coattivo come il pignoramento di beni, il fermo amministrativo di veicoli o il prelievo diretto da conti correnti.

L’iscrizione a ruolo rappresenta una fase avanzata della procedura di recupero crediti e comporta ulteriori costi a carico del contribuente, come le spese di notifica e di riscossione. Ignorare le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate può quindi aggravare notevolmente la situazione debitoria, rendendo più difficile e onerosa la regolarizzazione.
È importante sottolineare che il mancato pagamento del canone RAI, essendo un tributo, non comporta conseguenze penali per il contribuente, ma esclusivamente di natura amministrativa e fiscale. Tuttavia, l’accumulo di debiti nei confronti dell’erario può incidere negativamente sulla propria affidabilità creditizia e sulla possibilità di accedere a finanziamenti.
Come regolarizzare la propria posizione e prevenire problemi futuri
Chi si accorge di aver pagato in ritardo il canone RAI o di non averlo pagato affatto può regolarizzare la propria posizione attraverso il ravvedimento operoso. Questa procedura consente di sanare la violazione spontaneamente, beneficiando di una riduzione delle sanzioni in proporzione al ritardo accumulato. Per attivare il ravvedimento operoso è necessario versare il canone dovuto, le sanzioni ridotte e gli interessi legali, utilizzando il modello F24 con i codici tributo specifici.

Nel caso in cui il pagamento avvenga tramite bolletta elettrica, è consigliabile contattare il proprio fornitore di energia per concordare eventuali piani di rientro o rateizzazioni, evitando così l’interruzione del servizio e ulteriori aggravi di costi. Per chi invece paga il canone con modalità diverse, è fondamentale conservare le ricevute di pagamento e verificare periodicamente la propria posizione fiscale tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Per prevenire problemi futuri, è utile attivare servizi di domiciliazione bancaria o avvisi di scadenza, così da non dimenticare le rate del canone. Inoltre, chi ritiene di avere diritto all’esenzione deve presentare apposita dichiarazione sostitutiva ogni anno, entro i termini previsti, per evitare addebiti non dovuti e complicazioni nella gestione della propria posizione fiscale.